28Dicembre2015
davide vanni
Mi porto l′ultimo pezzo di notte che è già una parte di giorno salendo sul treno che torna verso la Capitale. Ho barattato i respiri della mia vita con i respiri di un luogo e per un pò, forse per sempre, quel luogo e quella mia vita avranno un respiro comune e si troveranno di tanto in tanto a ricordarsi e sentirsi vicini.
Un sonno di alba, lento fino alla stazione di Roma e da lì proseguire per Napoli lungo il litorale.
Una volta sceso mi metto alla ricerca della fermata dell'autobus per Foggia.
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14Ottobre2015
davide vanni
Da qualche anno la linea Torino-Aosta si è frantumata così come tante altre linee che sono state spezzate, limitate e soppresse; la Milano-Venezia, la linea notturna che scendeva nel meridione, eccetera eccetera eccetera. Si è lasciata via libera e preferenziale alle frecce nazionali, la bianca, la rossa e la freccia argento. Chissà se all′inizio quelli delle ferrovie pensavano a paragonare i treni agli aerei e abbiano dimenticato e confuso il terzo colore della bandiera. Niente alta velocità per quest′anno, al massimo un Intercity notte da Roma a Messina. AV rappresentava per me il tasto che ero solito vedere da bambino sul telecomando del videoregistratore. Sì, ammetto di averlo preso anch′io un treno ad alta velocità quando c′era un offertona meno costosa dell′interregionale, ma per questo progetto ho scelto la calma e la pazienza e in cambio ho ricevuto
tempo. Un tempo per leggere, un tempo per conoscere e parlare, per stare con altri viaggiatori, per guardare le stazioni passare e sincerarmi di ciò che le separa, per scrivere articoli e per dormire.

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03Settembre2015
davide vanni
Il viaggio prosegue in una linea che si spezza nel territorio astigiano. A parlare continuano ad essere voci di donna in una femminea continuità che tiene leggera il corso della mia storia in un mondo dove è solito trovare mani e parole di maschio. Giulia mi accompagna a Scurzolengo, lì mi aspetta Nadia. Da Firano si sale verso nord-est e si oltrepassano le acque del Tanaro. Il paesaggio collinare è interrotto soltanto dalla periferia della città e guadagna colore e silenzi man mano che le strade tornano a salire.
La presenza dell′uomo si assottiglia, le costruzioni con lui. I cartelli indicano Calliano, San Desiderio, Portocomano e Scurzolengo.

Sulle colline si spiegano strisce e strisce di piante di vite e boschi di nocciole. Arriviamo in località Monterovere. Stampati in un cielo aperto i tre bicchieri della Cascina Tavijn, il Grignolino, il Ruché e la Barbera.

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06Agosto2015
davide vanni
Quando apro la porta per andare verso la vigna, il Marino è già lì che si muove tra le cose, le fa suonare con il suo tocco di vento salato. Guardo il sole giovane e penso a quelle uova di gallina che hanno nel colore del tuorlo il colore di un sole appena nato e allo stesso tempo cadente al tramonto della sera a Occidente e a quelle uova che invece hanno nel centro il colore di un sole più caldo e pomeridiano. Oggi è così che il pensiero porta il risveglio. Sono colori e consistenze. L′alba pare una solitudine; il sole, un uovo da rompere sulla vita per ammorbidirla, amalgamarla, tirarla in uno sfoglio di pasta. Provo un attimo di malinconia tra gli occhi e lo stomaco: non dovremmo far altro che mangiare vita.
Taglio corto. Percorro il sentiero fino al vigneto, indosso i guanti e mi avvicino alla pianta, le azioni faranno il resto. Paolo mi raggiunge dopo qualche minuto e continuiamo in silenzio il lavoro nell′aria che si muove e dà piacere. Ormai siamo agli ultimi filari, poche ore ed abbiamo finito di accomodare il Gaggeto.
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22Luglio2015
davide vanni
Oggi parto da casa, dalla soffitta dove ho ammucchiato le mie cose, i vestiti, i libri, le pentole, qualche pagina sparsa e scritta, le mappe di viaggi passati.
Del resto, svuotare l′appartamento è stato un passo che sentivo essenziale per la vita che si sarebbe succeduta avanti nel tempo.
Qui ho ancora un letto dove posso dormire, un padre e una madre che mi aspettano e mi vengono a prendere alla fermata del bus e mi accompagnano al treno quando l′orario si fa difficile.
I giorni trascorrono nella reciproca sopportazione dei caratteri che fanno la famiglia, nei silenzi e nei racconti, nelle ostinazioni tanto rigide eppure tanto fragili.
Oggi salgo con tutta la mia parte di mondo sul bus che se ne va a Brescia.
Poi il trenino che arriva in Valle Camonica e la fermata nel cuore della Franciacorta. Rivedo i luoghi dove ho vissuto per quasi sei anni e non me ne sento il peso addosso. E mi chiedo se lo sentirò mai questo peso, questo nome di paese e di terra che sarà insieme a me nelle azioni e nel cuore.
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30Giugno2015
davide vanni
Un caldo che passa lungo tutta la notte senza un filo di vento. La finestra aperta sulla campagna dove è già giorno. Giovanni mi accompagna alla stazione. Lui torna in vigna, io risalgo ancora un pezzo d′Italia. Falconara, Senigallia, Fano, scendo a bermi un caffè e a fare due passi tra le mura, il mare e il centro abitato, ché ci sono nomi di luoghi che ritornano in mente, tante volte li abbiamo sentiti o detti per gioco senza mai averli realmente camminati. Pesaro, Rimini, Imola, Bologna e infine Modena, stazione di Modena. Con Luciano ci si è dati appuntamento qui. Sono le 12 e tre quarti, una umidità di pianura e di città, il calore sale dal cemento, un uomo con uno zaino in spalla e sandali ai piedi rallenta ormai in vista della ferrovia, due ragazzi mi chiedono dove è il Mac Donald, alla fermata dei bus passa una vettura con destinazione Costarica.
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